Conferenza Stampa Teresa De Sio @ MANN ( Copyright Giacomo Ambrosino - GMPhotoagency)In uscita 

Teresa De Sio canta Pino Daniele: Pino è un classico e sopravvive a qualsiasi manipolazione

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Nella suggestiva scenografia della Sala Farnese del Museo Archeologico Nazionale di Napoli presenta il suo nuovo album Teresa canta Pino dedicato a Pino Daniele.

Il nuovo progetto discografico di Teresa De Sio esprime tutta la sua devozione all’amico Pino Daniele, presentando alcuni grandi classici del bluesman napoletano rivisitati dalla sua sapienza artistica, immersa nella dimensione folk-rock tanto cara alla De Sio.

Per me questo è un progetto devozionale. Pino sta sulle facce della gente, sulla facciata dei palazzi. Non possiamo salutarlo che con la musica.

Teresa De Sio ritorna dopo cinque anni con un disco prodotto dalla stessa De Sio, in collaborazione con Luisa Pistoia e Carlo Gavaudan di Sosia&Pistoia e la Cmc – Campania Music Commission, e la distribuzione di Universal Music.

L’idea era quella di rimanere intatta la scrittura di Pino, le parole, le melodie però trasportarlo in un mondo sonoro diverso. Dare un suono che fosse più mio e che soprattutto appartenesse al mio mondo musicale e renderle più attuale dal punto di vista sonoro. Penso che un musicista debba ritornare quando ha delle belle idee, altrimenti è meglio starsene in silenzio e a casa.

Il disco è stato prodotto artisticamente da Sasà Flauto e presenta quindici tracce che raccontano la storia musicale di Pino Daniele e un inedito scritto dalla stessa Teresa De Sio. Un progetto approvato e sostenuto dalla stessa famiglia di Pino Daniele (il figlio Alex era presente alla conferenza stampa) e presenta alcuni grandi classici della discografia di Pino Daniele partendo da grandi successi come O’ Scarrafone, Bella mbriana, Je so’ pazza, Quanno chiove, con un’emozionante duetto tra la De Sio e la voce di Daniele, recuperata al computer, Fatte ‘na pizza ad altre forse meno “famose” come Lazzari felici, Serenata a fronn’e limone con una ritmica hip hop che conferisce un nuovo volto al pezzo, Chi tene ‘o mare con il dolce pianoforte di Cespo Santalucia. L’album si chiude con il classico della discografia di Daniele, Napul’è, un vero e proprio inno che vede la partecipazione del coro dei ragazzi dell’istituto Melissa Bassi di Scampia.

La selezione

Una selezione non scontata che rende particolare e apprezzabile il progetto, impreziosito dalla produzione musicale tanto cara alla De Sio che fa rivivere una seconda volta le canzoni di Pino Daniele. La selezione della De Sio ha voluto includere solo le canzoni napoletane di Pino Daniele (eccetto l’italiana Un angolo di cielo). Una scelta che la stessa cantante ha definito ponderata e “sofferta”. Canzoni che la stessa De Sio sentiva di poter interpretare in maniera personale, senza nessuna ricerca cervellotica o snob con tante canzoni emozionanti rivisitate in chiave folk. Una chicca è la collaborazione con Niccolò Fabi, amico della De Sio, nella rivisitazione di Un angolo di cielo, che regala una bellissima sensazione all’ascolto, tante emozioni in un esperimento riuscito della De Sio, che ci tiene a sottolineare la validità della partecipazione di Fabi

La scelta di Niccolò Fabi deriva dal fatto che, oltre a essere un mio grande amico, Niccolò è un grande artista e soprattutto una persona pura. In più, pensavo che, e la sua interpretazione me lo conferma, la voce bianca di Niccolò è capace in questa canzone di aprire un ulteriore porta di interpretazione, e dare una nuova chiave di lettura per chi magari pensa di non potersi avvicinare alla musica di Pino Daniele e alla musica napoletana. Nicolò Fabi è capace di aprire nuovi orizzonti.

L’inedito

O’ Jammone è l’inedito del disco, una canzone scritta dalla stessa De Sio in ricordo di Pino Daniele, visto considerato dall’artista come “il capo” (in gergo significa proprio il capo) della musica napoletana. Una canzone lontana della retorica, con un suono dub e una potente sessione di fiati che l’allontana dalla semplice retorica celebrazione.

Inevitabile il confronto con le versioni originali dei pezzi e il confronto con un mostro sacro della musica come Pino Daniele. D’altronde, è sempre difficile raffrontarsi a pezzi storici, come è ben cosciente la stessa artista.

Quando si affronta un mostro sacro del genere, bisogna fare come fanno i sub, mettersi sul bordo della barca e buttarsi senza pensare troppo, perché se ti fai spaventare non esci più. Perché se da un lato ci sono alcuni pezzi con cui non riuscivo proprio ad approcciarmi per timore, come per esempio Fatte ‘na pizza, che io sono riuscita a cantare solo una volta e quell’unica volta è presente nel disco. Dall’altro ci sono alcuni pezzi che ha scritto Pino che sono universali, che sembrano quasi scritte per me, o meglio così spererei  e così non è, però mi è piaciuto pensarlo quando le cantavo.

Un disco per Pino Daniele, che sarebbe sicuramente piaciuto al grande artista napoletano, ma dedicato a tutta la città di Napoli, alla sua musica e ai suoi simboli. Una città che è viva e vuole mantenersi tale, grazie ai suoi testimonial d’eccezione. Pino Daniele e Teresa De Sio erano conosciuti come i due re. Daniele non c’è più purtroppo, la De Sio invece continua a deliziarci con la sua grande passione e il suo talento. Un ritorno alle origini e un ritorno a Pino Daniele, che non è mai stato abbandonato e che ora rivive in una chiave diversa, riuscita e valorizzata dalla voce e dalla grinta della De Sio.

Daniele Maisto
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